lunedì 25 settembre 2017

Non capisco di che stiamo parlando!



Va bene. Ricominciamo da capo. Ecco quello che oggi si può intendere come una vita felice e desiderabile.

Vado a scuola. Più o meno svogliatamente. Lì mi dicono chi sono, cosa devo fare (e cosa non devo fare), in cosa devo credere e come funzionano le cose nella vita. In qualche modo – sempre che non riesca a campare sulle spalle di mamma e papà – metto su casa. Trovo una donna, la mia donna (nell’esempio diciamo che sono maschio, ma si può traslare al femminile tranquillamente). La mia donna diventerà mia moglie, come si conviene. E con lei avrò i miei figli. E avrò il mio lavoro, ovviamente. Da solo, oppure come dipendente, sempre che non riesca in qualche modo a far finta di lavorare: che so magari dandomi alla politica. Comunque sia, prenderò il mio stipendio. La mia casa, la mia famiglia, il mio conto in banca, le mie cose. Che difenderò con le unghie e coi denti! Ho persino una certa cultura e se le cose vanno bene avrò anche i miei svaghi. Ecco tutto il mondo. Il mio mondo. Fino alla morte. Ciò che conosco, che imparo, che creo, ciò in cui credo, i miei sentimenti, insomma il senso di tutto si trova qui, dentro questo spazio. E, diciamolo, mi sento pure fortunato! Al giorno d’oggi questo è forse il meglio a cui si possa aspirare, con quello che si sente in tv! Certo c’è chi sta meglio: i potenti, i ricchi, i vip! Ma io sono così, normale: ho una vita normale, molto desiderabile tutto sommato. Ci saranno imprevisti, problemi, difficoltà, ma la vita è questo: gioie convenzionali e dolori convenzionali. Fino alla morte. Sono fortunato.
Scuola, giovinezza, lavoro, casa, famiglia, figli, carriera, pensione, nipotini. Infarcitura qua e là di ferie, svaghi, passatempi, televisione, smartphone, qualche viaggio, problemi assortiti, tasse, lutti, fregature, dolori, qualche peccatuccio, malattia, chiacchiere. Sogni e incubi (per un terzo della vita si dorme). Ok, se sono credente andrò a messa, qualche volta, come si conviene. Magari avrò pure un’idea politica da difendere, farò beneficienza e presterò servizio di volontariato per qualche buona causa. Oh, più di così! E sarò anche saggio e paziente al punto giusto per superare sofferenze e pesi: d’altronde siamo in una valle di lacrime no? E il mondo io non lo posso certo cambiare, siamo realisti…
Ok, questa è l’equazione che dà come risultato la cosiddetta “vita”. Un “bella vita” direi, da metterci la firma!
Perché dovrebbe venirmi in mente di cercare altro? Domande esistenziali, questioni filosofiche, perché di qua e perché di là, perché c’è sofferenza, perché si muore, dove si va dopo, se ci sono gli alieni, se la storia è davvero come ce l’hanno raccontata a scuola, se ci sono cose paranormali, le medicine olistiche, e poi… le questioni spirituali… ma di che stiamo parlando? Le risposte le abbiamo tutte: per lo meno quelle che ci servono. Ci sono state date tutte: la scuola, la tv, lo Stato, il mercato… ci danno tutte le soluzioni possibili. La religione ci dà il conforto possibile e qualche idea se ci venissero sin mente strane domande. Perché dovrei mettermi a cavillare? A cercare altro? Capirei se fossi in disgrazie, se fossi malato, se avessi dei problemi gravi, se fossi depresso allora forse sì, magari cercherei di rifugiarmi in qualche fantasia. Altrimenti queste cose “strane” non sono altro che intrattenimento, folklore… niente di importante. Ancora non capisco di che stiamo parlando! E se non avessi quella bella vita che – ringraziando il cielo - ho: quello sarebbe l’unico ideale cui aspirare, no? Casettina, soldini, famiglia, una buona reputazione… ecc… ecc…

Io questi che parlano di “spiritualità”, “ricerca interiore”, “risveglio” non li capisco proprio! Ma di che parlano? A me sembrano, anzi, molto più infelici di me: sempre turbati, insoddisfatti, lamentosi, oppure con un sorriso ebete in faccia che è tutto un progamma! Ma dai!

Nessun commento: