sabato 20 aprile 2019

Chi è, o meglio, che cos’è un “Iniziato”?



Auspicabilmente, anche se mai esaurientemente, se ne può sentir parlare in ambito filosofico o antropologico, ma oggi ancora di più riferendosi a contesti oscuri, settari o massonici, sempre con una vena di inquietante gusto (o disgusto) gotico e sospetto.

Vediamo, invece, prescindendo dai soliti nozionismi accademici e dalle argomentazioni degli esoterologi (che nulla sanno), di recuperare il senso e l’attualità di questo strano termine, secondo l’approccio non tanto dell’esoterologo, che non di rado pretende di essere esoterista e magari pure “Iniziato”, quanto dell’esoterista vero e proprio, in senso operativo (in quale altro senso altrimenti?), che è magista, alchimista, nagual e, certamente, Iniziato ai Misteri secondo la propria Via.
Potreste chiedermi chi sono io per parlarne con tale approccio, ma vi chiedo di trattenere le vostre curiosità sulla mia vita e concentrarvi su quanto segue.

Il discorso è semplice, come semplici sono le cose profonde e vere.

Guardiamoci attorno: la “civiltà” accelera verso un inesorabile collasso, distruggendo e autodistruggendosi nei più diversi modi, da quelli più evidenti a quelli più subdoli.
Personalmente ce ne accorgiamo e ci scandalizziamo, rimaniamo stupefatti da tale evidenza, increduli e, nella migliore delle ipotesi, motivati a cambiare le cose (nella peggiore inclini all’indifferenza o alla resa), eppure, nonostante la nostra indignazione individuale,  collettivamente abbiamo prodotto e produciamo quel risultato.

Ora, consideriamo un primo dato: la distruzione fa parte della realtà e della vita. Il cosmo procede per creazioni, adattamenti, evoluzioni, distruzioni, nuove creazioni e così via. La distruzione rientra necessariamente nella dinamica dell’esistere. L’equilibrio evolutivo è dinamico.
Potremmo forse insinuare che l’universo arrivi a produrre forme senzienti, come la nostra, quando attiva le sue funzioni distruttive? Pronto a riformulare i suoi parametri strutturali e vitali?
Oppure, potremmo forse immaginare che nelle forme senzienti, come la nostra, voglia l’universo trovare una duplice risorsa: quella distruttiva e quella rigenerativa?

La specie umana in quanto risorsa distruttiva innesca un processo naturale necessario, e lo fa esprimendo la sua, evidentemente, naturale funzione caotica e degenerativa.
Allo stesso tempo, la specie umana in quanto risorsa anche rigenerativa, crea essa stessa i presupposti della successiva riformulazione, ponendosi come volontà straordinaria, ovvero creativa. Creativa del nuovo.

Se nel primo caso l’inerzia di massa promuove con facilità la funzione distruttiva, nel secondo caso è necessario esprimere una capacità individuale e una volontà extra-ordinaria per produrre i presupposti di una rigenerazione possibile. L’atto straordinario riguarda sia la capacità di intelligenza creativa in una prospettiva di entusiasmo e visione dall’alto, sia la necessità della coesistenza all’interno del contesto distruttivo dominante e generalizzato. 

Ecco: l’Iniziato è colui (e colei) che “inizia” il suo percorso di definizione del ruolo creativo e rigenerante per testimoniare e manifestare la specie umana in quanto risorsa creativa ed evolutiva in un sistema dinamica giunto alla sua prossima discontinuità.

Gli Iniziati e le Iniziate, autenticamente rinati e rinate in quanto specie mutante e metamorfica, si distinguono da quel volgo profano incapace di profondità e di sacralità esistenziale destinato alle funzioni annichilenti di un cosmo vivo e in perenne rinnovamento. E lo fanno imprimendo alla loro vita, con atti di straordinario coraggio, trasgressione e intelligenza (che all’ottava alta non possono che tradursi in Amore per la vita), una direzione di creatività e coscienza, progressivamente consapevoli della vera natura materiale e spirituale della vita stessa.  

L’Iniziato – che è individuo - sceglie il viaggio straordinario, emerge dalle ceneri e produce nuova vita. Il non-Iniziato – che è massa - si pone al pur sempre naturale e necessario servizio della distruzione e della morte.

In entrambi i casi, le necessarie risorse universali vengono rappresentate.

L’Iniziazione è l’incubazione di una nuova specie.


sabato 1 dicembre 2018

ESOTERISMO: che dite, lo riabilitiamo questo termine?

Talvolta mi capita di scrivere articoli o post, oppure di fissare il titolo di una conferenza, impiegando il termine “esoterismo”, o “esoterico”. Puntualmente qualche amico mi consiglia di sostituire questo termine con qualcosa di analogo, tipo ermetismo, gnosi, filosofia, ricerca interiore o spiritualità. Sì perché, mi viene spiegato, altrimenti la gente, leggendo “esoterismo”, pensa a qualcosa di cupo, grottesco, pauroso, settario, inquietante, gotico, satanico, oscuro, oppure pensa alla fattucchiera che vende rituali e filtri d’amore, alla cartomante vestita da zingara, ai fumettoni delle streghette americane o, immancabile, al mago Otelma. Che desolazione!

Ebbene, io, invece, noncurante delle strategie di vendita (che immancabilmente livellano tutto verso il basso, cioè si adattano all’ignoranza di massa – ovvero dei consumatori), voglio fortemente riabilitare, anzi, direi, liberare questo termine da tutto l’immaginario-paccottiglia che, complici santamadrechiesa (che vuole avere l’esclusiva della “magia” più pacchiana), imbonitori, e new-agers complottari, ha intasato un concetto così bello come quello di, appunto, ESOTERISMO.

Esoterismo è tutto ciò che attiene alla nostra interiorità, alla ricerca del senso profondo e trascendentale delle cose (e di noi stessi), tutto ciò che è segreto e riservato perché incomunicabile se non attraverso la condivisione esperienziale: è tutto ciò che rimanda ad una conoscenza straordinaria riservata (direi dedicata) a coloro che collocano la ricerca e i valori spirituali al centro della loro vita e creano conseguentemente i presupposti per inoltrarsi in tale conoscenza che è trasformazione, libertà ed evoluzione autentica, con assoluto impegno, buona volontà e amore (gli Iniziati).

Ecco cos’è l’Esoterismo, oltre che costituire un meraviglioso approccio allargato alla realtà che, dando senso all’immanente, si fa metafisica e trascendentale.

Ebbene sì! Io sono un esoterista – e non solo un “esoterologo” (sempre che sia possibile esserlo, dato che l’esoterismo è esperienza diretta e non analisi intellettuale per quanto bene possa essere condotta) – e mi appassiono ai saperi e alle discipline esoteriche, vivendone e traendone, per quanto possibile, elementi per la mia divulgazione e formazione.

L’Accademia ACOS e miei i laboratori di Meditazione sono prodromi all’esperienza esoterica del Filo d’Oro (il sodalizio esoterico-iniziatico da me fondato) e ogni cosa che esprimo vuole affondare le sue motivazioni nel senso esoterico della vita. Esoterico, esoterico, esoterico! Liberatevi dai fantasmi catto-masso-new-age (sigh!) e fatemi usare una buona volta il termine che rimanda al fondamento, al logos, di ogni cosa: l’Esoterismo, caro ai filosofi di ogni tempo e luogo che ne hanno saputo ricevere, custodire, evolvere e tramandare i Misteri.


sabato 15 settembre 2018

La fortuna di vivere in Italia

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Sperimentazioni di massa. Manovre geopolitiche di terzomondizzazione. Pianificazioni epidemiche. Manipolazione mediatica. Qualità scolastica ai minimi storici. Corruzione ai massimi storici. Disinformazione a tutti i livelli. E tanto, tanto altro in questa nostra bella Italia, specchio del mondo: testimonial rivelatore dell’inevitabile e sacrosanto crollo del “sistema-uomo”.
Pensate che fortuna abbiamo! Siamo in prima fila! Siamo sfruttati, ingannati, derisi, intossicati, manipolati, uccisi. Quanto di meglio pretendere per cominciare, forse, a CAPIRE?
È vero, probabilmente siamo anche narcotizzati, sedati, disinnescati – è evidente – eppure questo nostro vivere in Italia è la più sfacciata e sfrontata fortuna che può capitare a chi non può che SVEGLIARSI (forse uno o due, non dico tutti) per comprendere da dove RI-PARTIRE una volta che il gioco al massacro si sarà consumato, perché avrà saputo traslare su altre logiche in modo sottile e arguto. Perché, vivendola per quello che è, smascherandola pur stando al suo gioco ineludibile, avrà intanto saputo sfilarsi pian piano da tutta questa faccenda, attraverso inconsuete, inedite e inaspettate Vie.
Abbiamo una fortuna enorme! Possiamo vederlo per primi, possiamo accorgercene, come non accorgersene in questa Italia-Mondo alla frutta?

Crescita individuale è sentirsi parte di un più grande disegno.


Quali fasi caratterizzano una possibile crescita spirituale?
All’inizio c’è la fase in cui si pensa di non poter fare nulla. E da un certo punto di vista è bene. È umiltà: che non sia rassegnazione! Poi, dedicandosi a certi studi, si arriva a credere di poter fare invece molte cose. Anche questo è bene. È credere in sé stessi, esplorarsi. Dopo un certo tempo si comincia a pensare di potere, anzi di dovere, fare tutto da soli. Anche questo è vero, è giusto ed è bene. È responsabilità e autodeterminazione. Personalmente mal sopporto chi, a questo punto, intende l’esperienza di ricerca spirituale (e i suoi conseguimenti) come un fenomeno personale (personalistico) e individuale (individualistico e solipsistico): penso che siamo all’apice dell’egoismo, mascherato da una certo preteso spiritualismo dell’esisto solo e solo io e fuori non c’è nulla. Anche questa è un’evidente forzatura. L’individuo diventa narcisista e se da una parte può arroccarsi nella sua torre d’avorio, dall’altra può riformularsi come guru di qualche gruppetto settario. Di fatto pensa solo a sé stesso e al suo privatissimo trip esistenziale. Fino a che, finalmente, si esce dall’“egoterismo” e si comincia a vedere più chiaramente. Si desidera condividere, stare e fare insieme agli altri, soprattutto con coloro che si ritrovano in sintonia con questa straordinaria ricerca. Allora, salvo che il cammino sia sempre ed inevitabilmente personale in quanto a responsabilità e lavoro su di sé, ci si apre ad un disegno più grande, ad una progettualità più ampia e, perché no, anche più divertente e molto stimolante. C’è scambio, conforto, cooperazione. Si scopre la bellezza dell’amicizia, anzi di una sorta di “fratellanza”, senza chiusure, ma che anzi permette di scoprire e realizzare molte cose non solo per sé stessi ma in un’ottica più ampia, in quanto ci si sente parte del movimento umano come coscienza e vita. La libertà personale, tutt’altro che compromessa, diventa motivo di consapevolezza nella relazione. Diventa comunione, visione d’insieme. Ognuno ha il suo viaggio ed è nella propria fase che va rispettata per quello che è. Tuttavia fortunati coloro che riscoprono il valore della fratellanza, la bellezza della condivisione, dell’amicizia e di una più ampia capacità di visione.